Roberto Iozzino

Dr. Roberto Iozzino

Psicologo e psicoterapeuta

Neuropsicologo, Psicoterapeuta

già responsabile TSMREE ASL RM/A

Docente al Master DSA

Università “Sapienza” Roma

DSA: Distrurbi specifici dell’apprendimento

DSAI “Disturbi Specifici dell’ Apprendimento” sono alterazioni del neuro-sviluppo che riguardano la capacità di leggere, scrivere ed eseguire calcoli matematici in modo corretto e fluente e che si manifestano con l’inizio della scolarizzazione.

Possono riguardare solo un ambito specifico – la lettura, la scrittura o il calcolo – dal momento che sono disturbi dotati di una propria fisionomia, anche se nella pratica clinica è più frequente incontrare l’associazione di più deficit.

Questi disturbi dipendono dalle diverse modalità di funzionamento delle reti neuronali coinvolte e non sono causati né da deficit di intelligenza né da problemi ambientali o psicologici né da deficit sensoriali.

L’incidenza è stimabile mediamente attorno al 3-4% e questo significa che ci possiamo aspettare la presenza di un alunno per classe con problematiche di questo tipo.

Le “difficoltà” si manifestano nel bambino fin dalle prime fasi della scolarizzazione e gli interventi riabilitativi e educativi sono determinanti per consentire un graduale percorso di miglioramento e soprattutto per garantire appropriate condizioni per l’apprendimento. Il contrasto di tali disturbi, in effetti, è favorito dalla tempestività e adeguatezza dell’intervento, oltre che dalle misure compensative adottate dagli istituti scolastici. Una presa in carico precoce garantisce inoltre una prognosi favorevole verso l’evoluzione sociale e lo sviluppo della personalità di chi presenta queste problematiche. Non di rado infatti questi soggetti presentano storie di insuccesso nella scuola dell’obbligo che spesso finiscono per compromettere non solo la carriera scolastica, ma anche lo sviluppo della personalità e un equilibrato adattamento sociale.

In base al tipo di difficoltà specifica che comportano, i DSA si dividono in:

Dislessia: disturbo specifico della lettura che si manifesta con una difficoltà nella decodifica del testo.

Disortografia: disturbo specifico della scrittura che si manifesta con difficoltà nella competenza ortografica e fonografica.

Disgrafia: disturbo specifico della grafia che si manifesta con una difficoltà nell’abilità motoria della scrittura.

Discalculia: disturbo specifico dell’abilità di numero e di calcolo che si manifesta con una difficoltà nel comprendere e operare con i numeri.

I “Disturbi Specifici di Apprendimento” sono regolamentati dalla legge 170/2010 e possono essere approfonditi leggendo le linee guida della Consesus Conference.

Disturbi del linguaggio

I bambini  durante lo sviluppo imparano  a riconoscere ed a produrre i diversi suoni della lingua a cui sono esposti; questo apprendimento avviene gradualmente dal pianto al balbettio, alla lallazione fino ai modelli complessi della fonologia adulta, a questo concorre la maturazione di capacità uditive, cognitive, articolatorie che permetteranno al bambino di costruire il suo linguaggio imparando dall’ambiente le parole (costruzione del lessico) di pronunciarle via via in modo sempre più corretto (sviluppo fonologico) , di combinarle in frasi secondo le regole della sintassi e della morfologia (sviluppo morfosintattico) e di usare le frasi per costruire racconti e comunicare esperienze (sviluppo narrativo). Leggi tutto “Disturbi del linguaggio”

Progetti: aree di intervento

L’ARIEE definisce, organizza e conduce PROGETTI  rivolti a scuole e famiglie nell’ambito delle seguenti macro aree:

  • Formazione specialistica e aggiornamento continuo delle figure professionali che operano nell’ambito della psicopatologia dell’apprendimento.
  • Formazione e consulenza per insegnanti di ogni ordine e grado sulla psicopatologia dell’apprendimento e sugli altri disturbi dell’età evolutiva, sulla didattica speciale, gestione della classe e sulla formulazione del piano didattico personalizzato rivolto a bambini con DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento) e altri BES (Bisogni Educativi Speciali).
  • Screening sugli apprendimenti rivolti agli alunni degli ultimi anni della scuola dell’infanzia e alle prime classi delle scuole elementari e medie, mirati all’individuazione precoce dei bambini a rischio e alla formulazione di un tempestivo piano d’intervento.
  • Ambulatorio sociale per bambini e ragazzi risultati positivi agli screening sui disturbi degli apprendimenti scolastici (dislessia, disortografia, discalculia, disgrafia e disturbo della comprensione del testo).
  • Sportelli di ascolto per bambini e ragazzi di ogni ordine e grado.
  • Laboratori extra-scolastici di trattamento del metodo di studio e della comprensione del testo per ragazzi delle scuola medie e superiori.
  • Laboratori di recupero delle competenze linguistiche, dei prerequisiti degli apprendimenti scolastici e del tratto grafico.
  • Laboratori di potenziamento degli apprendimenti scolastici per bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie.

Potenziamento cognitivo

Potenziamento cognitivoPer potenziamento cognitivo intendiamo un percorso d’intervento neuropsicologico ideato a partire dal profilo del bambino, con l’obiettivo di accrescere il potenziale umano lavorando su quelle competenze e abilità che risultano deficitarie in quella precisa fase del suo sviluppo.

In quale momento e per quale motivo è necessario intervenire?

La nostra esperienza clinica ci suggerisce che il momento giusto per iniziare un percorso di potenziamento cognitivo coincide con l’attimo in cui ci accorgiamo che il bambino sta affrontando delle difficoltà a casa, a scuola o nel rapporto con i suoi coetanei.

In questi casi la prima cosa da fare è sottoporre il bambino ad una valutazione completa del profilo cognitivo, delle sue capacità adattive e socio-affettive per comprendere la natura delle sue difficoltà e i fattori che le determinano.

In seguito alla valutazione sarà possibile progettare un piano d’intervento in grado di sostenere il bambino e la sua famiglia nel delicato processo di crescita del bambino.

In quali casi e per quali psicopatologie dello sviluppo è previsto un percorso di potenziamento cognitivo?

L’intervento sul bambino risulta necessario quando dall’analisi del profilo cognitivo e adattivo si può ipotizzare la presenza di una disabilità intellettiva (DI), di un funzonamento cognitivo al limite (FIL), di un Disturbo Specifico degli Apprendimenti (DSA), di un Disturbo da Deficit d’Attenzione e Iperattività (DDAI) e via dicendo, cioè in tutti i casi in cui è possibile intervenire sul bambino potenziando specifiche aree cognitive in modo efficace e duraturo.

La pianificazione dell’intervento è così mirato a potenziare le funzioni cognitive più carenti facendo leva sulle competenze preservate e sui punti di forza del bambino, ad esempio si può lavorare sull’attenzione e funzioni esecutive, sulla memoria di lavoro, linguaggio, ragionamento, problem-solving, concettualizzazione, apprendimento dall’esperienza, abilità visuo-spaziali e integrazione visuo-motoria, memorizzazione e apprendimenti scolastici.

In molti casi risulta inoltre indispensabile associare il lavoro cognitivo a training legati al potenziamento dell’indipendenza personale (vestirsi da soli, tenere in ordine la camera, sbrigare semplici faccende domestiche, usare i soldi, prendere l’autobus da soli ecc..)  e delle capacità socio-affettive e relazionali tipiche dell’età e del contesto socio-culturale del bambino.

Gruppi tematici per genitori

Incontri di gruppo per approfondire argomenti specifici e confrontarsi sulle difficoltà quotidiane nella crescita dei figli. Il confronto con altre coppie genitoriali, il dibattito moderato da uno psicologo esperto, incontri di informazione e sensibilizzazione guideranno i partecipanti negli affascinanti sentieri del rapporto genitore-figlio. Questo servizio permette ai genitori di confrontarsi, sentirsi supportati, imparare strategie per migliorare la comunicazione e la relazione con i propri figli.

La nostra Associazione promuove in tal senso diverse tipologie di Gruppi:

  • Gruppidi sostegno alla genitorialità rispetto a problematiche educative ed emotive
  • Gruppi tematici di confronto per genitori con problematiche simili (Parent Training)
  • Incontri di Informazione per gruppi di genitori.

Analisi Bioenergetica

Analisi BioenergeticaL’analisi bioenergetica è un metodo di psicoterapia che integra il lavoro sul corpo al processo analitico. Il concetto di integrazione è basato sul fatto che mente e corpo formano un’unità. Noi siamo i nostri pensieri, emozioni, sensazioni, impulsi ed azioni.

Il processo mira ad una consapevolezza profonda, definita come una connessione del sé con gli eventi della propria vita. Si entra in contatto con il corpo sentendo che cosa accade in esso. Tuttavia, essendo una terapia anche analitica, l’analisi bioenergetica usa la maggior parte delle tecniche psicoanalitiche per facilitare il raggiungimento di questo obiettivo. L’analisi dei sogni, i lapsus verbali, i transfert e la resistenza a esso associata sono tutti aspetti importanti dell’analisi bioenergetica.

Gli interventi in Analisi Bioenergetica prevedono l’analisi del profondo secondo un approccio che procede partendo sia dal versante psichico, sia da quello corporeo. Il processo regressivo e il successivo processo di consapevolizzazione, vengono fortemente stimolati e favoriti proprio dal coinvolgimento unitario dell’organismo, ovvero a livello sia psichico che somatico.

La Classe di Esercizi Bioenergetici

La classe di Esercizi Bioenergetici è una via semplice ed efficace per rientrare in contatto con il proprio corpo, allentando le tensioni, ritrovando la propria energia e la propria vitalità.
Attraverso il “grounding”, l’uso di movimenti espressivi e la respirazione profonda diventa possibile sperimentare lo scioglimento delle tensioni muscolari che disturbano la nostra salute emotiva e sperimentare un maggiore senso di integrazione favorendo la connessione di corpo e mente secondo i principi dell’Analisi Bioenergetica.

La classe di esercizi bioenergetici è un’occasione per trovare uno spazio per sè al di fuori dei ritmi frenetici, un tempo per esplorare temi diversi in un clima di reciprocità, di condivisione e di rispetto.

Disturbi dell’attenzione ADHD

ADHDL’ADHD (disturbo da deficit di attenzione / iperattività) è uno dei disordini più comuni dell’età evolutiva, caratterizzato dalla presenza di disattenzione e/o iperattività e impulsività, che interferiscono con il normale sviluppo e funzionamento del bambino, associandosi spesso anche a cattivi risultati scolastici.

Chi sono i bambini con ADHD? Sono generalmente bambini che faticano a mantenere a lungo l’attenzione, non portano a termini i compiti loro assegnati, passano continuamente da un gioco all’altro, sono sempre in movimento, a scuola non riescono a rimanere seduti al loro posto, non aspettano il proprio turno, interrompono gli altri quando parlano, rispondono velocemente a scapito della correttezza delle loro risposte…

In effetti, molti di quelli appena descritti possono essere considerati comportamenti “tipici” dei bambini, almeno di molti di essi; la caratteristica distintiva dell’ADHD è nella quantità dei sintomi presenti, nella frequenza e persistenza con cui si manifestano e soprattutto nel fatto che questi sintomi compromettono le normali possibilità del bambino di apprendere a scuola, di adattarsi all’ambiente in cui vive, rendono più difficili le relazioni con i coetanei e i rapporti con i familiari.

Ovviamente il profilo di ogni bambino è diverso dall’altro, possono di volta in volta prevalere aspetti maggiormente legati alla disattenzione, piuttosto che all’iperattività o all’impulsività e spesso i sintomi possono trovarsi associati ad altre problematiche; in generale, l’individuazione precoce e l’intervento tempestivo sono fondamentali per evitare al bambino di sperimentare quei “fallimenti”, sia in ambito sociale, sia scolastico, che possono avere ripercussioni sulla sua vita emotiva, minare la sua autostima, sfociare in più gravi disturbi oppositivi e della condotta.

L’intervento messo in atto sarà tanto più efficace quanto più in grado di coinvolgere non solo il bambino, ma anche la sua famiglia e l’ambiente scolastico.