Disturbi del linguaggio

I bambini  durante lo sviluppo imparano  a riconoscere ed a produrre i diversi suoni della lingua a cui sono esposti; questo apprendimento avviene gradualmente dal pianto al balbettio, alla lallazione fino ai modelli complessi della fonologia adulta, a questo concorre la maturazione di capacità uditive, cognitive, articolatorie che permetteranno al bambino di costruire il suo linguaggio imparando dall’ambiente le parole (costruzione del lessico) di pronunciarle via via in modo sempre più corretto (sviluppo fonologico) , di combinarle in frasi secondo le regole della sintassi e della morfologia (sviluppo morfosintattico) e di usare le frasi per costruire racconti e comunicare esperienze (sviluppo narrativo). Leggi tutto “Disturbi del linguaggio”

Potenziamento cognitivo

Potenziamento cognitivoPer potenziamento cognitivo intendiamo un percorso d’intervento neuropsicologico ideato a partire dal profilo del bambino, con l’obiettivo di accrescere il potenziale umano lavorando su quelle competenze e abilità che risultano deficitarie in quella precisa fase del suo sviluppo.

In quale momento e per quale motivo è necessario intervenire?

La nostra esperienza clinica ci suggerisce che il momento giusto per iniziare un percorso di potenziamento cognitivo coincide con l’attimo in cui ci accorgiamo che il bambino sta affrontando delle difficoltà a casa, a scuola o nel rapporto con i suoi coetanei.

In questi casi la prima cosa da fare è sottoporre il bambino ad una valutazione completa del profilo cognitivo, delle sue capacità adattive e socio-affettive per comprendere la natura delle sue difficoltà e i fattori che le determinano.

In seguito alla valutazione sarà possibile progettare un piano d’intervento in grado di sostenere il bambino e la sua famiglia nel delicato processo di crescita del bambino.

In quali casi e per quali psicopatologie dello sviluppo è previsto un percorso di potenziamento cognitivo?

L’intervento sul bambino risulta necessario quando dall’analisi del profilo cognitivo e adattivo si può ipotizzare la presenza di una disabilità intellettiva (DI), di un funzonamento cognitivo al limite (FIL), di un Disturbo Specifico degli Apprendimenti (DSA), di un Disturbo da Deficit d’Attenzione e Iperattività (DDAI) e via dicendo, cioè in tutti i casi in cui è possibile intervenire sul bambino potenziando specifiche aree cognitive in modo efficace e duraturo.

La pianificazione dell’intervento è così mirato a potenziare le funzioni cognitive più carenti facendo leva sulle competenze preservate e sui punti di forza del bambino, ad esempio si può lavorare sull’attenzione e funzioni esecutive, sulla memoria di lavoro, linguaggio, ragionamento, problem-solving, concettualizzazione, apprendimento dall’esperienza, abilità visuo-spaziali e integrazione visuo-motoria, memorizzazione e apprendimenti scolastici.

In molti casi risulta inoltre indispensabile associare il lavoro cognitivo a training legati al potenziamento dell’indipendenza personale (vestirsi da soli, tenere in ordine la camera, sbrigare semplici faccende domestiche, usare i soldi, prendere l’autobus da soli ecc..)  e delle capacità socio-affettive e relazionali tipiche dell’età e del contesto socio-culturale del bambino.

Gruppi tematici per genitori

Incontri di gruppo per approfondire argomenti specifici e confrontarsi sulle difficoltà quotidiane nella crescita dei figli. Il confronto con altre coppie genitoriali, il dibattito moderato da uno psicologo esperto, incontri di informazione e sensibilizzazione guideranno i partecipanti negli affascinanti sentieri del rapporto genitore-figlio. Questo servizio permette ai genitori di confrontarsi, sentirsi supportati, imparare strategie per migliorare la comunicazione e la relazione con i propri figli.

La nostra Associazione promuove in tal senso diverse tipologie di Gruppi:

  • Gruppidi sostegno alla genitorialità rispetto a problematiche educative ed emotive
  • Gruppi tematici di confronto per genitori con problematiche simili (Parent Training)
  • Incontri di Informazione per gruppi di genitori.

Analisi Bioenergetica

Analisi BioenergeticaL’analisi bioenergetica è un metodo di psicoterapia che integra il lavoro sul corpo al processo analitico. Il concetto di integrazione è basato sul fatto che mente e corpo formano un’unità. Noi siamo i nostri pensieri, emozioni, sensazioni, impulsi ed azioni.

Il processo mira ad una consapevolezza profonda, definita come una connessione del sé con gli eventi della propria vita. Si entra in contatto con il corpo sentendo che cosa accade in esso. Tuttavia, essendo una terapia anche analitica, l’analisi bioenergetica usa la maggior parte delle tecniche psicoanalitiche per facilitare il raggiungimento di questo obiettivo. L’analisi dei sogni, i lapsus verbali, i transfert e la resistenza a esso associata sono tutti aspetti importanti dell’analisi bioenergetica.

Gli interventi in Analisi Bioenergetica prevedono l’analisi del profondo secondo un approccio che procede partendo sia dal versante psichico, sia da quello corporeo. Il processo regressivo e il successivo processo di consapevolizzazione, vengono fortemente stimolati e favoriti proprio dal coinvolgimento unitario dell’organismo, ovvero a livello sia psichico che somatico.

La Classe di Esercizi Bioenergetici

La classe di Esercizi Bioenergetici è una via semplice ed efficace per rientrare in contatto con il proprio corpo, allentando le tensioni, ritrovando la propria energia e la propria vitalità.
Attraverso il “grounding”, l’uso di movimenti espressivi e la respirazione profonda diventa possibile sperimentare lo scioglimento delle tensioni muscolari che disturbano la nostra salute emotiva e sperimentare un maggiore senso di integrazione favorendo la connessione di corpo e mente secondo i principi dell’Analisi Bioenergetica.

La classe di esercizi bioenergetici è un’occasione per trovare uno spazio per sè al di fuori dei ritmi frenetici, un tempo per esplorare temi diversi in un clima di reciprocità, di condivisione e di rispetto.

Disturbi dell’attenzione ADHD

ADHDL’ADHD (disturbo da deficit di attenzione / iperattività) è uno dei disordini più comuni dell’età evolutiva, caratterizzato dalla presenza di disattenzione e/o iperattività e impulsività, che interferiscono con il normale sviluppo e funzionamento del bambino, associandosi spesso anche a cattivi risultati scolastici.

Chi sono i bambini con ADHD? Sono generalmente bambini che faticano a mantenere a lungo l’attenzione, non portano a termini i compiti loro assegnati, passano continuamente da un gioco all’altro, sono sempre in movimento, a scuola non riescono a rimanere seduti al loro posto, non aspettano il proprio turno, interrompono gli altri quando parlano, rispondono velocemente a scapito della correttezza delle loro risposte…

In effetti, molti di quelli appena descritti possono essere considerati comportamenti “tipici” dei bambini, almeno di molti di essi; la caratteristica distintiva dell’ADHD è nella quantità dei sintomi presenti, nella frequenza e persistenza con cui si manifestano e soprattutto nel fatto che questi sintomi compromettono le normali possibilità del bambino di apprendere a scuola, di adattarsi all’ambiente in cui vive, rendono più difficili le relazioni con i coetanei e i rapporti con i familiari.

Ovviamente il profilo di ogni bambino è diverso dall’altro, possono di volta in volta prevalere aspetti maggiormente legati alla disattenzione, piuttosto che all’iperattività o all’impulsività e spesso i sintomi possono trovarsi associati ad altre problematiche; in generale, l’individuazione precoce e l’intervento tempestivo sono fondamentali per evitare al bambino di sperimentare quei “fallimenti”, sia in ambito sociale, sia scolastico, che possono avere ripercussioni sulla sua vita emotiva, minare la sua autostima, sfociare in più gravi disturbi oppositivi e della condotta.

L’intervento messo in atto sarà tanto più efficace quanto più in grado di coinvolgere non solo il bambino, ma anche la sua famiglia e l’ambiente scolastico.